I castagneti sono parte integrante del territorio di Castel del Rio.
Qui la cultura del marrone, unico in Emilia Romagna che vanta il marchio Igp dal 1996 con un disciplinare di produzione a bassissima intensità – fa parte della vita di tutti i giorni.

Ogni famiglia ha un castagneto che coltiva gelosamente, impegnandosi lungo tutto l’anno: dalla raccolta alla bruciatura dei ricci, dalla potatura agli innesti c’è n’è per tutte le stagioni. Il Consorzio comprende 100 produttori e occorre considerare che circa l’80% dell’economia locale si basa sui marroni che, da sempre, sono parte integrante della cultura e delle ricette tipiche.

 

Ciò che rende speciali i marroni di Castel del Rio sono il territorio e il clima particolarissimo in cui si sviluppano i castagneti. 
Si tratta infatti della media valle del Santerno, ricca di acqua e con un crinale che si posiziona a circa 40 km dall’Adriatico e non supera mai i mille metri. 
I marroni qui crescono a circa 400/800 metri e la pianta attecchisce in modo spontaneo dove ci sono le condizioni più adatte. 
Ecco perché i castagneti sono a macchia di leopardo ed ecco perché si tratta di un frutto a produzione limitata (circa 5500 quintali all’anno. 

Il Disciplinare Igp stabilisce la quantità massima di piante per ettaro e di kg per pianta, mantenendo la produzione a bassa intensità per garantire le caratteristiche peculiari di piante e frutti.

Il Marrone di Castel del Rio Igp si distingue dalle altre castagne non tanto per le dimensioni, quanto per la polpa. 
In generale quella del marrone è giallognola e consistente, mentre nella castagna è bianca e farinosa. 

Per maggiori informazioni visita il sito del Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio, che conta oltre 100 soci.

I “marroni” di Castel del Rio
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